Lanciata per la prima volta nel 2017 in Spagna, Playtomic è l’app indispensabile per chiunque voglia trovare un centro sportivo e scendere in campo per sfidare amici e non. È nata dall’idea di una startup di Madrid principalmente per accontentare gli appassionati di Padel, e ha preso piede anche nel nostro paese grazie proprio a questa disciplina che, ormai da diverso tempo, è sulla bocca di tutti. Per comprendere meglio il suo successo, e per svelarne qualche “indiscrezione”, abbiamo intervistato Alessandro Tortorici: Regional Manager Playtomic Southern Europe.
A distanza di pochi anni dalla nascita, Playtomic è diventata un app fondamentale. Vi aspettavate questo successo?
“Ci speravamo, perché esisteva già il precedente del mercato spagnolo dove il concetto di Padel, inteso non come singola prenotazione del campo ma come occasione per conoscere nuove persone e organizzare partita aperte a tutti, era già molto presente. Italia e Spagna sono due paesi simili anche a livello culturale e questo ci faceva ben sperare. La mia precedente esperienza come fondatore di “Prenota un campo” aveva già dato buoni risultati e fatto capire quelle che potevano essere le potenzialità di Playtomic. Eravamo molto fiduciosi perché avevamo già visto che in Italia stava prendendo piede il Padel con le stesse caratteristiche di coinvolgimento dei giocatori come in Spagna“.
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I numeri di Playtomic
Ad oggi quali sono i numeri di Playtomic?
“In Italia ci sono circa 3100 club. Playtomic insieme a Sport Clubby, l’altra nostra app, ne gestisce 2200: 1700 sono su PlayTomic e 500 su Sport Clubby. Mentre in tutto il mondo siamo circa sui 6000 club“.
Cos’è che rende Playtomic così importante per chi vuole organizzare una partita?
“Sicuramente l’attenzione e anche le risorse che mettiamo a disposizione per quanto riguarda l’esperienza dell’utente. Conta che ci sono circa 90 programmatori che lavorano a Playtomic per cercare di dare agli utenti l’esperienza più immersiva possibile con l’app. Per noi poi è importante l’attenzione che dedichiamo al livello. Abbiamo un algoritmo che fa salire e scendere il livello, modifica l’affidabilità in base al numero di partite che giochi…insomma la grande attenzione ad avere sempre più partite livellate che ha Playtomic secondo me ci differenzia rispetto alla concorrenza“.
È corretto dire che l’esplosione del Padel ha aiutato nel successo l’applicazione?
“Sì perché si è passati dalla pura prenotazione ad un’esperienza social dove tu, soprattutto nel Padel – perché con il tennis il livello conta ancora di più e si gioca in due – puoi conoscere gente nuova, lanciare una partita e scendere in campo“.
In percentuale quanti sono i giocatori di Padel e quanti quelli che giocano a Tennis che utilizzano Playtomic per organizzare una partita?
“Non ho questo dato al momento, però ti posso dire che in Italia i giocatori che usano Playtomic regolarmente sono più di 200.000. Parlo di utenti attivi che interagiscono, creano e giocano partite“.
Quali saranno i prossimi sviluppi dell’applicazione? Avete in mente qualche novità importante?
“Lavoreremo ancora di più al concetto di livello. Per quanto riguarda i giocatori vogliamo che l’esperienza sia sempre migliore, nel senso che vogliamo mettere i giocatori nella condizione di voler giocare di più perché l’app facilmente ti fa capire dove e con chi giocare. Intendiamo studiare sempre di più le abitudini degli utenti per proporre le miglior partite per loro. Per i club stiamo poi puntando molto anche sulla parte di accademia, ovvero lasciare a loro la gestione dei corsi per quanto riguarda il gestionale però con il riflesso nell’app dove potremmo dare la possibilità agli utenti non solo di prenotare il campo e di giocare una partita pubblica ma anche di unirsi a lezioni e a tutte le iniziative del centro sportivo. L’obiettivo è connettere sempre di più i club con i clienti“.
Il Padel e i motivi del suo successo in Italia
Perché il Padel è diventato così popolare anche qui in Italia?
“Perché come è successo anche in Spagna, ha delle caratteristiche peculiari che fanno sì che lo sviluppo sia rapido e veloce. In primis l’inclusività. È una disciplina sociale, che ti porta ad avere voglia di misurarti sempre con persone diverse e, rispetto al tennis, è molto più facile da giocare. Le persone che si approcciano al Padel già dopo un paio di partite o di lezioni riescono a stare in campo e a divertirsi. Ovviamente il passaparola fa il resto“.
“Tralasciando l’Italia, considerato un mercato già maturo, in questo momento le nazioni che vanno bene sono tutte quelle dell’area Benelux quindi Belgio e Olanda – aggiunge Tortorici – Funzionano anche la Germania e soprattutto l’Inghilterra dove stanno spingendo molto il Padel. La grande incognita, ma anche il grande obiettivo del mondo del Padel, sono gli Stati Uniti dove nei prossimi anni prossimi vedremo investimenti da parte di investitori molto importanti. Lì adesso funziona il Pickelball, ma stanno arrivando investitori forti per portare il Padel negli Stati Uniti. Grazie al raggio d’azione statunitense, il Padel potrebbe davvero diventare uno sport mondiale“.