Dalle piscine di tutto il mondo alle case degli italiani, passando dalle librerie del Bel Paese. Il tutto grazie a straordinarie imprese sportive, alla felice scelta di sbarcare in televisione e all’idea di mettere su carta la sua vita sportiva e personale. Lavato via il cloro della piscina Federica Pellegrini è diventata ormai un personaggio pubblico a 360°, grazie alle sue imprese sportive, alla partecipazione a programmi televisivi di successo (Italia’s Got Talent e Pechino Express, dove ha partecipato con l’ex allenatore e oggi marito Matteo Giunta) e alle decine di spot pubblicitari dove compare come testimonial.
L’ex olimpionica, oggi membro della Commissione atleti del CIO, torna oggi a far parlare di sé con il lancio in tutte le librerie e store digitali di “Oro”: la sua nuova autobiografia, pubblicata da La Nave di Teseo, nella quale racconta in prima persona non solo le sue esperienze sportive ma anche diversi aneddoti della sua vita privata. Presentato mercoledì scorso alla Mondadori di Milano, davanti a centinaia di ragazzi in coda per avvicinare la “Divina”, il libro è un viaggio nel mondo di uno dei più grandi atleti di sempre. Duecentosessantaquattro pagine dove Federica smonta pezzo dopo pezzo il “sentito dire” e gli stereotipi che le hanno appiccicato addosso in questi anni. E lo fa per mettersi a nudo e raccontare le sue verità: comprese quelle sulla bulimia che l’ha colpita da adolescente e le due relative alle tribolate relazioni sentimentali con Luca Marin e Filippo Magnini.
I prossimi incontri di Federica Pellegrini con i lettori
Dopo la presentazione milanese e le ospitate a Roma e a Torino, per il Salone del Libro, Federica Pellegrini incontrerà di nuovo i suoi lettori in occasione della rassegna letteraria “Milanesiana”, ideata da Elisabetta Sgarbi e in programma fino al 27 luglio. L’appuntamento con la “Divina” è per giovedì 13 luglio quando sarà ospite a Milano con Elena Stancanelli: la scrittrice che l’ha aiutata nella stesura di questa autobiografia.
Le gare non sono mai state una passeggiata per me, ma quella lotta all’ultimo respiro io la cercavo. Se capivo di dover entrare in acqua e combattere alla morte, l’adrenalina mi scorreva ed ero felice. La condizione ideale per gareggiare era sentirmi un animale braccato. La sera prima di una gara quasi non mangiavo. Era la tensione, certo, ma anche un modo di prepararsi all’assalto, come il lupo che prima di andare a caccia per affrontare la lotta digiuna, dimagrisce. La fame o l’inappetenza non erano solo forme nervose, ma manifestazioni di un atavico istinto al combattimento.